Relazione dello Studio Tiozzo a conclusione del restauro della Pala di San Martino di Sante Peranda
Il dipinto accusava anzitutto un forte fenomeno di ossidazione delle stratificazioni di vernice, le quali, unitamente alla spessa sedimentazione presente rendevano il dipinto particolarmente scuro ed illeggibile. Infatti la effettiva timbrica cromatica oltre che l’originaria profondità spaziale poteva essere solamente immaginata.
La pigmentazione accusava un notevole fenomeno di screpolatura, avvertibile agevolmente nonostante la spessa ossidazione delle vernici.
Il supporto in tela si presentava leggermente allentato, causa questo delle screpolature unitamente alla perdita di forza legante della stratificazione di preparazione, segnando vistosamente le giunture ed addivenendo ad alcuni piccoli squarci. Il dipinto era inoltre già stato foderato, ma contrariamente a quanto era in uso non fu foderato con colla di farina, bensì a caseina! Materiale difficilmente rimovibile e particolarmente tenace, causa anch’esso di raggrinzimenti della tela. (Opera di qualche restauratore in cerca, allora, di nuovi ritrovati dai rovinosi risultati nel tempo).
Il telaio ligneo non risultava essere assolutamente adeguato ad una corretta tenditura del dipinto oltre che non essere estendibile.
Il dipinto risultava anche essere stato oggetto di numerosi interventi di restauro che avevano completamente ridipinto tutte le campiture fatta eccezione per i soli volti. Tali interventi erano sicuramente più d’uno, così come anche evidenziato dalle riflettografie U.V., caratterizzati uno da sostanze magre (tempera), uno da grasse tenaci (olio) ed un ultimo da sostanze semitrasparenti (a vernice).
Tanto accanirsi a dipingerci sopra si presume essere dovuto al problema delle screpolature e conseguenti cadute dovute al più ad un difetto esecutivo dell’opera, realizzata con una preparazione molto spessa, povera di legante e mal penetrata nella tramatura. A tale situazione costitutiva si è poi aggiunto il bislacco intervento di foderatura a caseina, con buona probabilità già in sostituzione di un’ altra foderatura precedente, che ha dato un notevole contributo al problema di coesione e di tensioni della tela.
Come spesso, purtroppo, si riscontra in interventi di ridipintura di questo genere la superficie originale è stata brutalmente abrasa per diminuire le asprosità superficiali ed aumentare la adesione delle nuove coloriture: un lavoro a modo loro accurato.
In sostanza il dipinto ha sofferto notevolmente ed irrimediabilmente nella sua freschezza materica, quindi nella piacevolezza del dettaglio in ragione di questa sua particolare deficienza esecutiva e della sua conservazione.
Principali interventi eseguiti
- Rimozione del dipinto dal luogo originario e trasporto nel nostro laboratorio;
- analisi riflettografica ad ultravioletti per ricognizione delle ridipinture più recenti, a più alta concentrazione organica (evidenziate in scuro), e di altre stratificazioni a differente riflessione: risultato positivo. Documentato fotograficamente mediante apposite riprese della riflettografia U.V.;
- analisi riflettografica ad infrarosso, eseguita con apposita telecamera, con ricognizione di tutto il dipinto per individuare differenti stesure cromatiche o disegni preparatori qualora le caratteristiche delle stratificazioni superiori risultino trasparenti agli I.R.: risultato negativo;
- velinatura del recto con carta giapponese per assicurare la protezione della stratificazione pigmentata durante le seguenti operazioni tecniche;
- asportazione della tela dalle strutture di intelaiatura; pulitura del verso mediante rimozione degli strati sedimentativi con tamponature di solventi aerei e rimozione meccanica delle protuberanze;
- consolidamento della stratificazione di preparazione e di pigmentazione con arricchimento di legante, mediante stesura di colletta in concentrazione calibrata per favorime la penetrazione;
- ricomposizione degli squarci e recupero delle originarie caratteristiche dimensionali mediante messa in tensione del dipinto e stiratura preliminare;
- foderatura con colla di pasta e tela di canapa; stiratura del dipinto a completamento del consolidamento e compattazione degli avallamenti di superficie; asportazione della velinatura protettiva;
- pulitura della superficie dipinta con soluzioni etero-alcoliche ed alcaline appositamente portate in sospensione con varie concentrazioni riscontrate più idonee nel corso delle singole prove di pulitura, in ragione delle caratteristiche delle ossidazioni, delle sedimentazioni e delle ridipinture. Completamento della rimozione delle ridipinture con l’azione meccanica a lama di bisturi;
- leggera verniciatura di protezione della stratificazione pigmentata a separazione dell’originale dai seguenti interventi integrativi;
- realizzazione di nuovo telaio ligneo con idoneo sistema di estensione; tenditura del dipinto sul telaio;
- stuccatura delle mancanze di stratificazione preparatoria con colletta e gesso di Bologna opportunamente intonati alla cromia della stratificazione originale;
- integrazione pittorica delle piccole mancanze ed abrasioni della stratificazione pigmentata con pigmenti a tempera ed acquerello;
- leggera vemiciatura finale;
- trasporto del dipinto dal nostro laboratorio nel luogo originario e messa in opera;
- documentazione fotografica dei lavori con negativi B/N 6×6 e diacolor 6×4,5 cbn relative stampe.
dr arch. Vanni Tiozzo
Mira Porte, 19 dicembre 1992