La Scultura è un’arte dalle origini antichissime che ha conosciuto periodi di decadenza ed epoche di grande valorizzazione e considerazione.
Con la scultura ogni artista manifesta la sua creatività. Idee e sensazioni prendono consistenza attraverso la forza della realizzazione plastica delle forme, ottenute impiegando diversi tipi di materiali, ognuno dei quali deve essere conosciuto nei minimi particolari. pregi e difetti. Le differenti sfumature di colore, irregolarità di consistenza, cavità, venature incidono profondamente sul tipo di lavorazione e di conseguenza le parti lisce o rugose, lucide ed opache, morbide e spigolose influiscono sull’efficacia della “rappresentazione”.
Pittura e scultura non sono egualmente conosciute dal pubblico. Tanto è facile trovare quadri nella quasi totalità delle abitazioni, quanto è difficile e raro vedere una scultura tra le abitazioni private.
A limitare l’acquisto delle opere scultoree non è certo una questione economica (i costi sono infatti paragonabili a quelli dei quadri), né si tratta di una questione di spazio o di gusto perché oltretutto una scultura abbellisce ed arreda.
Ecco, forse si tratta di una scarsa conoscenza!
L’associazione culturale “Il Rivolo” organizzando questa iniziativa ha voluto contribuire alla diffusione della scultura, meno pubblicizzata rispetto ad altre forme artistiche, e ha creduto di poterlo fare presentando alcune significative opere di artisti locali.
Rizzieri Tortato (vive e opera a S. Liberale di Marcon, via don Sturzo 47)
Come tanti esempi del passato egli ha avuto modo di crescere in un ambiente con il gusto dell’arte e perciò rappresenta la continuazione dell’artigiano-artista che ha iniziato la sua opera nella bottega familiare.
Già uno zio dipingeva e scolpiva e lui, piccino, si esercitava coi colori che lo zio affettuosamente gli regalava e così, a poco a poco, l’arte si è impadronita di lui.
Appassionato di sculture antiche elabora, nella produzione quotidiana delle sue opere, le forme classiche che ha ammirato durante i suoi viaggi culturali. Utilizza materiali antichi che ricerca e recupera in ogni luogo, in modo quasi maniacale, e riutilizza attraverso un’arte spontanea, guidata da una visione classica delle forme ma esaltata da una fine abilità e padronanza del mestiere.
Malvisi (vive e opera a Noale -Ve, via Mestrina 28)
La scultura per Olindo Malvisi è una continua vicenda di apparizioni, di tormenti, di sentimenti, di intense memorie che acquistano senso e valore meditativo, che esercitano un fascino rilevante per le segrete sollecitazioni e per le libere evocazioni.
L’ispirazione gli viene dagli ambienti che conosce e che aleggiano intorno in una propensione stilistica particolare, attraverso una tecnica sempre più essenziale .
Il senso dei volumi si concentra sul puro effetto della materia, nella vitalità che essa sprigiona, nella sopravvivenza che essa rappresenta.
Il legno, la creta, la pietra si pongono nell’esperienza dell’artista, sono il segno di una vocazione scultorea destinata a completarsi oltre la consistenza della materia.
L’opera e un simbolo da tramandare e da conservare con amore e rispetto, è il canto della natura, della luce, della speranza.
Livio Scattolin (vive e opera a Dosson di Casier - Tv, via Santi 61)
Artista poliedrico profondamente legato alla sua terra e alle sue tradizioni. La sua opera è caratterizzata dalla rielaborazione e riproduzione di prodotti della terra, in particolar modo della “rossa cicoria”, conosciuto come radicchio.
La sua creatività lo spinge a trasformare anche oggetti di uso quotidiano o parti dell’arredamento domestico, imprimendo loro una forza vitale armoniosa e personalizzata.
Livio è grande in tutti i sensi. L’aspetto fisico lo rendo simile a un gigante. Il braccio robusto e la sua mano pesante riescono ad esprimere con grazia e leggerezza forme delicatissime.
Pur utilizzando materiali diversi predilige esprimere la sua arte attraverso il legno, materiale naturale per definizione, difficile e delicato dal quale, pur intervenendo profondamente, riesce a creare soggetti e forme dalla particolare forza espressiva senza mai violentare la materia.
Giancarlo Carraro (vive e lavora a Mirano - Ve, via Firenze 45)
Da ragazzo ha l’opportunità di apprendere i rudimenti dell’arte del legno dagli intagliatori veneziani. Diplomatosi al Liceo Artistico e poi al C.S.D.I. di Venezia, alterna la sua attività tra pittura e scultura. Ha conseguito vari premi in concorsi ed esposto in mostre personali. Da un decennio partecipa a simposi internazionali di scultura in Italia e all’estero, dov’è più volte premiato.
Carraro è maestro nella simbologia ippica… Scopro anzitutto una congruenza secca, quasi ossessiva, nel giustapporsi delle forme equine, con quei trapezi insiti, quegli angoli acuti, quelle forme romboidali che si susseguono tridimensionalmente… C’è un’abilità intrinseca innegabile, dell’artista nel lavorare il materiale plastico, come c’è una sapienza in lui nel conformarsi alla sintassi tridimensionale. Carraro sa dominare lo spazio, non si lascia dominare da esso.
“Il nido delle aquile” è in pezzo di grande bravura nella perfetta congruenza plastica; del pari lo è, sui ritmi alterni bilanciati, cioè nell’aprirsi e chiudersi musicale delle forme, la “Danza cosmica”… Per questo devo riconoscere che queste opere sono tutte “biologicamente vere”. Il loro messaggio va al di là della Bellezza proprio perché ingloba il concetto di Verità.
Paolo Rizzi